Battaglie In Sintesi
203 a.C.
Conosciuto anche come Gaozu, fu il primo imperatore (256 o 247 - 195 a.C.) della dinastia cinese degli Han Occidentali (206 a.C. - 23 d.C.). Guidò la rivolta contro la dinastia Qin e, dopo averla abbattuta, divenne imperatore (202 a.C.). Durante il suo regno adottò una serie di misure per favorire l'economia, provata da anni di guerra, e promosse la centralizzazione dello Stato accettando il confucianesimo.
Fu un importante figura politica, leader della rivolta che rovesciò la dinastia Qin. Pose fine alla sua vita, suicidandosi, a causa della sconfitta, nel contesto della contesa Chu-Han, del suo esercito nel corso della Battaglia di Kai Hsia.
Fondata nell'XI secolo a.C., nel 771 la dinastia Chou era stata seriamente indebolita dalla perdita della capitale. Si riorganizzò allora a est, a Loyang, nelle pianure centrali della Cina, e prosperò per qualche tempo; nel IV secolo a.C., però, vari governanti cominciarono a reclamare l'indipendenza dei loro tenitori. Sorsero otto regni e, nonostante la dinastia Chou continuasse ufficialmente a esistere, ciascun re cercò di affermare la propria supremazia. Gli otto si combatterono per un secolo e mezzo (401-256 a.C.), in quella che sarebbe stata conosciuta come l'era degli Regni combattenti. Nel 256, un nuovo re salì al trono di Ch'in, lo Stato più occidentale, con il nome di Shih-huang-ti. Tra il 230 e il 221 a.C., egli conquistò i sette stati rivali e unificò la Cina in un impero. Regnò per un tempo relativamente breve e quando morì, nel 210, non lasciò alcun valido successore, per cui nel nuovo impero ben presto scoppiarono rivolte. Due uomini si fecero strada per rimpiazzare la dinastia in declino. Uno si chiamava Hsiang Yu, un soldato di professione descritto come un uomo gigantesco e rozzo, ma con eccezionali qualità di capo; la sua patria era Ch'u, nell'attuale Cina centro-orientale, il più grande degli ex Regni combattenti. Suo principale contendente era Liu Pang, di umili origini, ma elevatosi fino a occupare una carica secondaria nell'amministrazione di Shih-huang-ti. Hsiang Yu affermò la propria reputazione alla testa delle forze di Ch'u contro quelle del morente impero Ch'in, guadagnandosi il supporto di altre regioni ribelli, che lo seguirono volentieri. Insieme allo zio, nel 209 aveva dato inizio a una rivolta nella provincia di Ch'u, e ben presto si trovò a comandare un esercito sempre più numeroso verso nord, in direzione della capitale Hsien-yang. Liu Pang, dopo aver raccolto truppe nel nord dell'attuale provincia di Hubei, il quarto mese del 208 si mise in marcia per unirsi a Hsiang Yu. Insieme, essi nominarono un nuovo re di Ch'u, rivale dei Ch'in, dirigendosi poi verso Chu-lu per liberarla da un assedio; qui Hsiang Yu riportò una grande vittoria che lo consacrò al comando di tutte le province schierate contro lo stato di Ch'in. Mentre Hsiang Yu era impegnato a Chu-lu, il re di Ch'u aveva inviato Liu Pang ad attaccare il territorio intorno a Hsien-yang, la capitale Ch'in. Nella regione, Liu Pang conseguì diverse vittorie, che culminarono con quella ottenuta a Lan-t'ien nel decimo mese del 206; dopo la battaglia, l'ultimo re Ch'in cadde nelle sue mani, fatto che gli permise di occupare la capitale. I documenti descrivono Liu Pang come un vincitore saggio e tollerante, che iniziò a riformare alcune delle più dure leggi che avevano angariato gran parte della popolazione. Tutto rimase tranquillo, a Hsien-yang, fino all'arrivo, due mesi più tardi, di Hsiang Yu. Questi ordinò di giustiziare il re Ch'in e lasciò che le truppe saccheggiassero la città, dopo essersi impadronito del tesoro per sé e i suoi ufficiali. Tali azioni gli inimicarono Liu Pang, che per un certo tempo preferì non reagire. Hsiang Yu cominciò a riorganizzare la Cina, non secondo l'impostazione Ch'in di un governo centralizzato, ma decretando la formazione di diciannove piccoli regni che avrebbero dovuto operare all'interno di una coalizione da lui comandata; poté raggiungere lo scopo uccidendo il re che aveva da poco messo sul trono di Ch'u. Liu Pang venne premiato con uno dei tre regni ricavati dall'originario territorio Ch'in, quello situato nella parte meridionale della regione, cioè il più remoto: probabilmente, Hsiang Yu stava cercando di allontanare un capo che avrebbe potuto rivelarsi un forte avversario. Il regno occupava quella che era stata la regione di Han, e Liu Pang si proclamò re di Han. Il fatto di essere ricompensato per i suoi servigi con una terra così modesta e le voci secondo cui i consiglieri di Hsiang Yu raccomandavano di farlo assassinare, persuasero il nuovo re di Han a sfidare l'ex alleato.
Liu Pang avviò le operazioni militari nel quinto mese del 206, cominciando con la conquista degli altri regni d'Occidente ricavati dall'antico territorio Ch'in. Mentre avanzava verso Loyang, gli giunse la notizia che Hsiang Yu aveva fatto uccidere il re di Ch'u: il fatto lo indusse a invocare una rivolta generale delle province perché lo aiutassero a punire un regicidio. Tuttavia, un repentino attacco sferrato contro la capitale di Hsiang Yu, P'eng-ch'eng, si rivelò un disastro, e Liu Pang si trovò sconfitto dalle forze del nemico; soltanto un tempestivo temporale gli permise di scampare con poche decine di cavalieri. La situazione era scoraggiante: non solo i re delle varie province cominciavano a unirsi a Hsiang Yu, ma quest'ultimo aveva anche catturato alcuni familiari di Liu Pang, compreso suo padre. L'unico fatto positivo era costituito dall'opera dei generali a lui fedeli, che continuavano a raccogliere truppe e a conquistare province distanti dal principale teatro dei combattimenti. La fortuna di Liu Pang non accennò a migliorare: in un attacco sferrato contro Hsing-yang, sul Fiume Giallo, si trovò di nuovo accerchiato, riuscendo a fuggire con pochi uomini soltanto. Tuttavia, Hsiang Yu non poté sfruttare il successo perché il generale Han Hsin, luogotenente di Liu Pang, stava conquistando le province orientali. A un certo punto, gli eserciti nemici si accamparono per parecchi mesi sulle opposte rive del Fiume Giallo, a Guangwu. Hsiang Yu minacciò di giustiziare il padre di Liu Pang, ma inutilmente; allora, sfidò il rivale in combattimento singolo, che l'altro non accettò, sapendo di non poter reggere il confronto fisico. Da lontano, tuttavia, Hsiang Yu riuscì a ferire Liu Pang con una freccia di balestra, senza però ucciderlo. Dal fiume, Liu Pang si ritirò nella vicina città di Chenggao, dove ancora una volta Hsiang Yu lo accerchiò. I luogotenenti di Liu Pang avevano un tale successo nel liberare le province conquistate dal nemico e nel disturbare le sue linee di rifornimento, che Hsiang Yu fu costretto a mettersi alla testa di una parte del suo esercito per recuperare alcuni dei territori perduti. Partito che fu, le forze di Liu Pang provocarono una battaglia con il resto degli assedianti e li sconfissero. Informato di ciò, Hsiang Yu ricondusse indietro i suoi uomini, ma Liu Pang rifiutò di impegnarsi e si ritirò tra i monti. A questo punto, l'altro gli propose un accordo: spartirsi la Cina, con Liu Pang signore della parte occidentale e Hsiang Yu della parte orientale. Liu Pang accettò e ricevette in cambio i suoi parenti tenuti in ostaggio. Il patto ebbe vita breve: Liu Pang fu convinto dai luogotenenti che la tendenza era cambiata e che molti capi di provincia ora palleggiavano per lui. Ciò, unito al fatto che le forze Ch'u erano esauste a causa delle continue marce e a corto di rifornimenti, lo indusse a tornare a est per la battaglia finale. Lo scontro ebbe luogo a Kai-hsia, nell'attuale provincia di Anhui. Per la prima volta, alcuni dei collaboratori di Liu Pang esitarono a unirsi a lui, ma vennero persuasi a farlo dall'assicurazione che, dopo la guerra, avrebbero ricevuto province proprie come ricompensa. A Kai-hsia, Hsiang Yu fece costruire un campo fortificato, che nel dodicesimo mese del 202 venne circondato dalle forze di Liu Pang. Secondo l'unico resoconto relativamente contemporaneo, Liu Pang disponeva di 300.000 uomini, mentre Hsiang Yu ne comandava 100.000. La battaglia ebbe inizio con l'attacco sferrato dal generale Han Hsin contro il centro Ch'u, senza però riuscire a sfondarlo; quindi egli si ritirò, mentre i generali Kong e Bi attaccavano dalle ali; quando l'esercito nemico cominciò a vacillare, Han Hsin rinnovò l'assalto, costringendo gli avversari a ritirarsi nel loro accampamento. Dopo una notte trascorsa a bere e a piangere con la moglie, Hsiang Yu raccolse 800 cavalieri ed evase dal campo assediato nell'oscurità delle prime ore del giorno. Il mattino seguente, apprendendo quanto era successo, Liu Pang inviò 5000 cavalieri all'inseguimento. Hsiang Yu attraversò il fiume Huai alla testa di soli 100 uomini; perdutosi, si fermò a chiedere la strada a un contadino, il quale lo ingannò, facendolo finire in una palude, dove la cavalleria Han lo prese in trappola. Pur circondato, Hsiang Yu si mostrò spavaldo, giurando ai suoi uomini che il cielo era contro di lui e che niente di quanto aveva mai fatto in battaglia poteva meritargli una simile sorte. Per provare il suo valore, dichiarò: «Per il vostro bene, sfonderò l'accerchiamento dei nemici, abbatterò i loro capi e spezzerò le loro insegne, così che voi possiate constatare che è stato il cielo a distruggermi, non una mia mancanza come guerriero». Promettendo di uccidere un generale nemico, egli divise gli uomini che gli restavano in quattro squadre, ordinando a ciascuna di cavalcare giù dalla cima della collina accerchiata in una direzione diversa. La carica disperse la cavalleria Han, e Hsiang Yu uccise un generale, riunendosi poi ai suoi. Questa volta li dispose in tre gruppi: i cavalieri Han, tornati indietro, non riuscirono a capire in quale si trovasse Hsiang Yu, così si divisero a loro volta in tre squadre,e li circondarono di nuovo. Con un'altra carica, Hsiang Yu uccise un colonnello e, sembra, da 50 a 100 soldati. Rientrato tra i suoi, vide che aveva perso solo due uomini. Questa battaglia in corsa si spostò lentamente verso il fiume Yangtze, dove un battelliere si offrì di aiutarlo a fuggire, ma Hsiang Yu non volle più rinviare il giudizio divino: consegnato all'uomo il cavallo che lo aveva accompagnato in cinque anni di combattimenti, guidò i suoi uomini ad affrontare gli Han. Dopo un'aspra battaglia, nel corso della quale ricevette numerose ferite, Hsiang Yu venne accerchiato; sapendo che sulla sua testa era stata messa una taglia, se la tagliò con la propria spada.
Morto Hsiang Yu, tutto il regno di Ch'u si arrese, tranne la città di Lu. Liu Pang si mise in marcia con tutto il suo esercito per catturare la città, ma i suoi abitanti rifiutarono di sottomettersi. Colpito dal loro coraggio, Liu cavalcò fino alle mura, mostrando la testa di Hsiang Yu: a quella vista, essi si arresero e vennero trattati onorevolmente. Inoltre, Liu Pang fece seppellire con tutti gli onori il corpo smembrato dell'avversario e non volle che venisse giustiziato nessuno dei suoi familiari. Dopo la battaglia, i luogotenenti di Liu Pang lo sollecitarono ad assumere il titolo di huang-ti, imperatore. Egli accettò e salì al trono con il nome di Kao-tsu, dando inizio alla dinastia Han. Fu considerato un buon imperatore, e regnò fino al 195. Con alcuni anni di lotte, aveva ereditato l'impero unificato costituito da Shih-huang-ti, che egli e i suoi successori migliorarono e ampliarono. Nonostante fosse inizialmente un anti-intellettuale, nel corso del tempo Kao-tsu comprese l'importanza di essere uomini saggi e tolse il veto sui libri posto da Shih-huang-ti. Egli abbracciò gli insegnamenti del confucianesimo, vedendo in essi lo strumento del buon governo; Confucio sosteneva che un vero capo deve saper ispirare il suo popolo e, quindi, la presenza di studiosi del confucianesimo nell'apparato burocratico alla guida dell'amministrazione avrebbe indicato la via per rendere il Paese sicuro e prospero. La burocrazia che ha governato la Cina fino al XX secolo cominciò allora, sopravvivendo attraverso il susseguirsi delle varie dinastie. Kao-tsu cercò di conservare l'organizzazione amministrativa dell'imperatore Ch'in, mantenendo il Paese suddiviso in province controllate da governatori imperiali appositamente nominati. Tuttavia, egli doveva mantenere la promessa di premiare i suoi generali; così fece, ma col tempo li trasferì altrove, finché essi divennero più governatori che signori. Il più capace degli imperatori Han fu Wu-Ti (147-81), che estese notevolmente i confini dell'impero verso Occidente e riuscì a sconfiggere i Hsiung-nu, costringendoli a migrare verso ovest attraverso le steppe dell'Asia, fin quando, alcuni secoli dopo, giunsero in Europa occidentale, che li conobbe con il nome di Unni. Inoltre, la dinastia Han diede nuovo slancio e dimensione al commercio con l'Occidente lungo la famosa Via della Seta; a quanto si dice, attraverso tale vìa commerciale e l'organizzazione di spedizioni militari ed esplorative, gli inviati Han si spinsero fino alla Parthia (l'attuale Iran), dove occasionalmente combattevano l'impero romano. La dinastia fondata da Liu Pang dopo la vittoria di Kai-hsia consolidò le basi dell'impero fondato da Shih-huang-ti, consegnando alle dinastie successive un popolo unificato che ancora oggi si definisce "popolo di Han".